Monterotondo for Erasmus
Scritto da Irene Raponi il Ottobre 17, 2022
Gli istituti scolastici di Monterotondo guardano al futuro e alla mobilità studentesca grazie al progetto Erasmus+
Lo scorso 14 ottobre, gli istituti scolastici comprensivi e superiori di Monterotondo si sono riuniti con insegnanti e studenti in Passeggiata per festeggiare i 35 anni del progetto Erasmus in occasione degli Erasmus Days. Eventi simili si sono svolti in tutta Europa tra il 13 e il 15 ottobre per promuovere il progetto, i valori europei e la mobilità studentesca. Le scuole hanno aderito all’iniziativa europea incontrandosi tra stand informativi e confrontandosi sul lavoro svolto negli anni grazie al progetto Erasmus. All’incontro hanno preso parte anche il Sindaco Riccardo Varone e altri rappresentanti istituzionali. Ai microfoni della FrammaRadioWeb, l’Assessore alle politiche educative e giovanili Matteo Garofoli ha sottolineato quanto un’iniziativa del genere sia un progetto importante per l’intera comunità: “ci ricorda che la collaborazione tra istituzioni può dare risultati importanti. E la scuola come istituzione si dimostra, soprattutto in una città come Monterotondo, un interlocutore sempre pronto, collaborativo e portatore di proposte importanti per la nostra comunità”.
Abbiamo raccolto anche le testimonianze di alcuni studenti che hanno voluto raccontarci cosa significhi per loro prendere parte al progetto. Il Liceo Catullo accoglie da molti anni le proposte Erasmus e gli studenti hanno la possibilità di passare dei periodi all’estero e di ospitare a loro volta studenti stranieri. I ragazzi che abbiamo incontrato si sono mostrati entusiasti di questa opportunità. Priscilla, una studentessa del Catullo, ci ha parlato della sua esperienza. Quest’anno passerà tre mesi in Spagna e ora sta ospitando una studentessa spagnola. “E’ un’esperienza che ti fa maturare. Sei tu a rappresentare la tua nazione in un altro stato; quindi, sicuramente è un modo anche di mettersi alla prova”, ci ha detto sottolineando il carattere costruttivo e di sfida di un progetto come questo.
Per partecipare bisogna controllare periodicamente le uscite di bandi e circolari che in ogni scuola mettono a disposizione dei posti per diversi progetti e mete. Inoltre, sono i professori stessi a promuovere i vari progetti e a farsi da tramite. Giulia, un’altra studentessa del Catullo, ha parlato dell’importanza dell’aiuto dei professori per conoscere i vari progetti e ci ha spiegato quali requisiti bisogna avere per candidarsi: “non sono molti, in particolare la conoscenza dell’inglese e il voto del comportamento. Questo lo rende un’esperienza aperta a tutti”.
Ogni progetto si compone di temi, obiettivi e attività che lo rendono unico e diverso dall’altro ma le esperienze che ci hanno raccontato gli studenti sembrano essere accomunate dallo stesso spirito di avventura e di crescita. Irene, sempre dal Catullo, ha sottolineato che anche l’esperienza di ospitare uno studente straniero, quando possibile, aggiunge una ricchezza incredibile al progetto: “Vedi come quella persona si abitua alla tua cultura, alle tue abitudini, al Paese, come lo percepisce rispetto a te che ci sei nato e ci sei cresciuto. È molto bello poi perché le altre persone sanno cos’è l’Italia e vogliono approfondire aspetti diversi del nostro Paese”.
Accanto agli studenti che hanno già partecipato al progetto, c’erano molte scuole in cui l’Erasmus è ancora in fase di avviamento o di progettazione. Gli studenti hanno mostrato grande spirito di iniziativa e il desiderio di poter arricchire i loro percorsi scolastici con un periodo all’estero: “Partecipare al progetto ti cambia, ti apre la mente e ti fa maturare” (Andrea, Liceo Scientifico G. Peano).
“E’ un’esperienza da fare almeno una volta nella vita per mettere in pratica quello che si impara a scuola” ha aggiunto Sofia dell’Istituto Frammartino. Alcuni hanno fatto questa esperienza alle scuole medie e vorrebbero replicare alle superiori, come Gabriele, studente del Frammartino che aveva partecipato quando frequentava la Scuola Giovagnoli: “E’ un’esperienza che sono certo si debba fare, impari a parlare la lingua e conosci anche persone di altri posti. Ti fa crescere sia a livello intellettuale che culturale. Quindi è un progetto nel quale vogliamo cercare di rientrare.”
Il clima di confronto e le parole entusiaste dei ragazzi che abbiamo incontrato dimostrano quanto un progetto come quello dell’Erasmus sia una componente essenziale per le scuole, su cui investire e lavorare. Un’esperienza di crescita e di arricchimento significativa per la comunità tutta, che prende le mosse dai bisogni e dai desideri dei giovani.
Di Irene Raponi
A cura della Redazione