Dante, il ragazzo che conosceva il vero nome di tutte le stelle

Scritto da il Ottobre 6, 2022

Al Monterotondo Film Festival il regista Pupi Avati e l’attore Alessandro Sperduti raccontano un ritratto di Dante mai visto sul grande schermo

A dare il via alla rassegna della prima edizione del Monterotondo Film Festival presso il CineMancini è il film “Dante” di Pupi Avati. In occasione della proiezione dello scorso 3 ottobre, lo stesso Pupi Avati è intervenuto per presentare il suo film, progetto che era in cantiere da oltre 20 anni. Insieme al regista era presente in sala anche Alessandro Sperduti, giovane attore di Monterotondo che è tornato al CineMancini per raccontare la sua esperienza nel portare in scena il sommo poeta.

L’evento è stato moderato dal giornalista e critico cinematografico Franco Montini e ha visto la partecipazione dell’assessore regionale Mauro Alessandri, del sindaco Riccardo Varone e dell’assessora alla cultura Marianna Valenti, oltre che degli organizzatori del festival.

Davanti al numeroso pubblico in sala, Pupi Avati ha presentato il film in tutta la sua incredibile particolarità. Lo ha definito come una pellicola dal titolo dissuasivo perché, riportando le sue parole, “chi vorrebbe andare a vedere un film sul Dante studiato a scuola?”. Ma in realtà si tratta di un racconto che sa essere estremamente denso a livello didattico senza annoiare. Il successo del film risiede infatti nel ritratto di un Dante mai visto prima, che mostra non solo il grande poeta, ma soprattutto la sua estrema umanità.

La storia si apre alcuni anni dopo la morte di Dante e segue un altro grande della letteratura italiana, Giovanni Boccaccio, interpretato da Sergio Castellitto, nel suo viaggio per incontrare la figlia del sommo poeta per portare il risarcimento e le scuse di un’ormai pentita Firenze. Il film vede il Dante bambino vivere le prime grandi sofferenze, il suo primo incontro con Beatrice e la nascita del suo genio poetico. Se l’attenzione è sempre sulle opere, il film di Avati va alla ricerca dell’uomo dietro al poeta, con tutte le sue fragilità e le motivazioni che lo hanno portato a diventare il mito che ancora oggi conosciamo. La pellicola, come sottolineato dal regista, vuole raccontare un Dante perennemente giovane. Avati al termine della proiezione ha spiegato il suo progetto di voler mostrare l’umanità del sommo poeta, le esperienze e le motivazioni che lo hanno segnato. Boccaccio alla fine del film dice di vedere Dante perennemente ragazzo e Avati ha voluto mostrarlo come l’uomo che ha portato sempre con sé il ricordo e l’insegnamento di “quell’età in cui si hanno attorno a noi 360 gradi di scelte, di sogni di aspettative per le quali il mondo sembra straordinariamente migliore e più accogliente” (Pupi Avati)

L’interprete del giovane Dante, Alessandro Sperduti, durante l’intervista che ci ha rilasciato prima della proiezione, ha raccontato la sua esperienza nel confrontarsi con questo personaggio e di come questo film abbia molto da dire ai giovani. Come molti studenti prima di lui, Sperduti aveva conosciuto Dante sui banchi di scuola ma nel prepararsi a questo ruolo è riuscito a vederlo da un altro punto di vista: “È stato bello capire da dove veniva questa sofferenza. Fa venire i brividi, rileggendo i versi, sapere che era un ragazzo come noi e sapere che c’era questa parte di genio che rimane quasi un mistero” (Alessandro Sperduti)

Oltre il mistero del suo genio, il Dante interpretato da Sperduti parla chiaramente al giovane pubblico mostrando una determinazione senza eguali nell’inseguire la propria strada. Un Dante umano, che compie scelte difficili e inciampa facendo errori, ma sempre guidato dalla consapevolezza del suo talento e dalla fede incrollabile nel suo sogno. Avati ha voluto ritrarre non solo il poeta, ma l’uomo che promette che dedicherà tutta la sua vita a studiare e a prepararsi per scrivere quello che non fu mai scritto per una donna. “Non si vergognava di mostrare tutte le sue fragilità, non solo il talento ma anche la fragilità” – ci ha detto Sperduti – “si dava completamente. Anche questo è un bell’insegnamento, se teniamo a qualcosa, se vogliamo intraprendere una strada che ci sembra la nostra vocazione, se riusciamo a dare tutti noi stessi per quella strada lì, per quella vocazione, sicuramente avremo delle soddisfazioni”, allo stesso modo del giovane Dante che, conoscendo il nome vero di tutte le stelle e senza mai perdere la capacità di illudersi, ha fatto del suo amore per Beatrice una leggenda e del suo sogno un’opera eterna.

Di Irene Raponi

A cura della Redazione

Foto di Lorenzo Pelliccioni


Opinione dei lettori

Commenta

La tua email non sarà pubblica. I campi richiesti sono contrassegnati con *



Leggi

Traccia corrente

Titolo

Artista

WP Radio
WP Radio
OFFLINE LIVE