Festival del tempo: emozioni di viaggi e generazioni
Scritto da Christian Daniel Imolesi il Maggio 17, 2024
Il 10 maggio al Cinemancini si sono intrecciate le trame del tempo con la quinta edizione del “Festival del tempo”, diretto da Roberta Melasecca.
L’evento, nato nel 2020 è dedicato alla percezione del passato, del presente e del futuro, e quest’anno ha avuto come tema principale la metamorfosi e l’incontro generazionale. La rassegna, inserita nel progetto “Il Maggio di cultura”, si è svolta con la collaborazione dell’Università popolare eretina e il Cinemancini.
A seguito del lancio di un concorso di cortometraggi e di installazioni artistiche è stato selezionato il territorio di Monterotondo e dintorni e le sue opere, per ospitare una prima parte del festival.
Ad aprire la serata una breve introduzione da parte di Roberta Melasecca, Alessandra Mosca Amapola e Caterina Manco, presidente dell’Upe. A seguire, ha fatto breccia negli animi del pubblico l’emozionante cortometraggio “Pagine d’amore, una storia senza tempo” interamente realizzato dai ragazzi del Liceo Catullo di Monterotondo, diretto e coordinato dal docente dell’Upe Massimo Mento. I ragazzi hanno partecipato su invito diretto della direttrice del festival come progetto Pcto, svolgendo inizialmente una formazione e successivamente mettendosi in gioco dietro e davanti le telecamere.
La serata è proseguita con la proiezione del film “Io capitano” di Matteo Garrone, recentemente vincitore del David di Donatello. Un film selezionato prima della sua premiazione, con l’obiettivo di trasmettere alle generazioni passate e presenti, una storia tanto drammatica quanto emozionante. Al termine della pellicola la serata ha visto protagonista un dibattito stimolante, moderato dall’attrice e regista Alessandra Mosca Amapola, che, in collegamento con il Belgio e con Catania ha intervistato e coordinato le domande del pubblico a Fofana Amara, il ragazzo che ha ispirato la storia e Glauco Lamartina, Presidente della cooperativa Prospettiva.
A porre le prime domande è stata direttamente Alessandra, che ha chiesto se effettivamente la storia raccontata da Garrone fosse reale e se il regista fosse riuscito a rappresentare in modo autentico le sue emozioni. Fofana ha confermato che le emozioni da lui provate sono state effettivamente quelle narrate nel film, ma che i fatti lo fossero solo parzialmente. Ha infatti rivelato che molte situazioni e scene sono avvenute in modo più crudo e cruente di quanto effettivamente raccontato nel film. Durante il dibattito è poi emerso lo scenario che Fofana ha dovuto vivere a seguito dello sbarco, a cominciare dal suo arresto, anche scaturito dal suo grido “Io capitano”, interpretato come un affronto da parte delle Forze dell’ordine italiane. Racconta infatti, che dopo essere approdato in Italia, per via della sua mancata identificazione come minorenne ha dovuto passare 2 mesi in un carcere per adulti, sebbene avesse solamente 16 anni. Una volta uscito, fu abbandonato a se stesso, ma grazie a vari aiuti è riuscito ad intraprendere un percorso che lo ha portato fino a Catania dove conobbe Glauco Lamartina e la “ Cooperativa Prospettiva”. Il Presidente della Cooperativa ha sottolineato che nell’aiutare i minori “noi ci fermiamo alla parola minore, senza interessarci se è straniero oppure no”. Grande spunto di riflessione durante il collegamento è stato certamente quello dei sogni di Fofana che oggi, può fieramente dire di aver coronato, avendo avuto la possibilità di studiare e ottenere un diploma. “Volevo studiare, diplomarmi. La mia famiglia non ha avuto questa possibilità, io sono il primo ad averla avuta”, ha detto Fofana con una punta di orgoglio.
Un’altra tematica evidenziata durante lo scambio con i due ospiti è stata il diritto al viaggio, argomento fondamentale, fulcro del film e di questioni geopolitiche internazionali.
In sintesi, chi migra non lo fa solo per scappare da guerre, fame, povertà o persecuzioni, ma semplicemente per cercare un futuro migliore.
“Se avessi saputo a cosa andavi incontro, ripeteresti il viaggio?”, è stato chiesto dal pubblico. “Nessuno farebbe questo viaggio due volte”, ha risposto.
Oggi Fofana vive in Belgio, a Liegi, dove si è trasferito per amore, ha una bimba di 4 anni, lavora in aeroporto e sogna un mondo libero.
Christian Daniel Imolesi