VENGO ANCH’IO AL CINEMA… CON IL BEBÈ!
Scritto da Alice Cuturello il Maggio 17, 2024
In occasione della Festa della Mamma, venerdì 10 maggio c.a. si è svolto un incontro con mamme e bambini al Cinema Mancini di Monterotondo.
Seguito da presentazioni e momenti di convivialità, l’oggetto dell’evento era un commedia molto nota e sempre attuale, in cui potersi o meno identificare.
Al termine dell’evento, un’inchiesta per fare chiarezza sul ruolo delle madri di oggi e sui compiti della comunità in loro favore.
La figura intervistata è la Coordinatrice del progetto Sos Neonati Giada Casulli:
- Partiamo dal principio: com’è nata l’idea di questo evento e qual era il suo obiettivo?
Allora, essendo la Cooperativa “Folias” una realtà che opera sul territorio da quasi trent’anni, ha diversi progetti in attivo fra cui “Sos Neonati”, finanziato dalla Regione Lazio, che accompagna le neomamme dalla fine della gravidanza fino al primo anno di vita del bambino.
A tal proposito, collaboriamo con i servizi del territorio, come il Consultorio di Monterotondo; nello specifico con l’ostetrica Dominga per realizzare corsi preparto, grazie alla quale è nata l’idea di questo evento.
L’obiettivo è quello di dare uno spazio pubblico alle mamme; l’idea della genitorialità deve essere percepita come diffusa (sic.), perché il senso di solitudine che si ha nei primi momenti della vita con un bambino appesantisce la mamma e il nucleo familiare. In questo modo, si ha la possibilità di avere un confronto con l’esterno, con altre mamme, alleggerendo quel carico che a volte può diventare insopportabile. Il principio di base è che una mamma può svolgere il suo ruolo di madre, facendo anche tanto altro.
- Quali erano le vostre aspettative per quanto riguarda la risposta del pubblico (affluenza, interessamento, reazioni ecc.)? Sono state rispettate?
La nostra aspettativa era semplicemente iniziare un percorso, oggi è stata la prima volta che si realizzava un evento del genere a Monterotondo. Scherzando prima con Dominga dicevamo: <<Se arriviamo a dieci persone è un successo!>> e così è stato, fortunatamente!
- È possibile che alcune mamme, seppure non fossero al lavoro, non siano riuscite a partecipare? Se sì, secondo le sue esperienze, quali sono stati i motivi?
Ognuno ha la propria idea di genitorialità e ogni madre ha un proprio modo di esserlo; semplicemente a volte non si ha la capacità o l’idea di pensare che le mamme possano uscire e fare altro, senza per forza chiudersi nel nucleo della casa.
In questi ultimi anni, l’assetto familiare è cambiato di molto. Una volta, i nuclei familiari erano molto vasti: i parenti davano il loro appoggio per la gestione dei figli, ma adesso non è così: abbiamo proposto l’evento di oggi anche per contrastare questa situazione.
- Cosa può fare la comunità al riguardo? Potrebbe fare di più?
Bisogna partire dall’idea di proporre attività che possano dare spazio a tutte e a tutti. La nostra è una realtà comunale che è sempre stata molto attenta e aperta in questo senso, arricchendo il territorio di socialità.
Le attività di piccola natura sono da allargare a cerchi concentrici (sic.), espandendosi sempre di più.
- I nostri lettori, invece, sono più che altro giovani e giovani adulti; quale può essere il loro ruolo per la creazione e promozione di eventi simili e più in generale per l’inclusione delle neomamme nella vita sociale?
Se il target è molto giovane, non so quanto possano essere interessati all’argomento, facendo parte di una realtà molto distante [da quella qui presente N.d.A.]. Un primo passo per aprirsi è parlarne, in modo da conoscere quello che è diverso da te (sic.).
- Vi aspettavate la presenza di padri?
Essendo stato di venerdì mattina, non ci aspettavamo un grande ritorno, nonostante l’evento fosse aperto a entrambi i genitori, tant’è vero che i prossimi sono pensati di domenica, con la possibilità, quindi, di far venire i papà come le mamme a uno spettacolo al cinema con i bambini.
- È chiaramente un evento rivolto al pubblico femminile (organizzato in occasione della Festa della Mamma): questo significa che, nonostante i numerosi passi avanti nella Storia a favore dell’emancipazione delle madri, esistono ancora difficoltà e parecchi tabù per le mamme nella vita concreta e quotidiana, soprattutto se escono senza i loro figli?
A livello nazionale, la legge che tutela la genitorialità è molto legata alla mamma e poco al padre: se tu pensi che hai una maternità di [cinque N.d.A.] mesi e per il padre siamo arrivati a quindici giorni?
- dieci giorni
questo la dice lunga sul come è concepita; non c’è una parità, ma il genitore è tale, a prescindere da che sia mamma o papà. Possiamo concentrarci sull’idea che, nel primo periodo dopo la nascita, un bambino è fisicamente legato alla sua mamma (per nutrimento e tutta una serie di motivazioni), ma, col passare del tempo, subentra in maniera forte anche la figura del papà.
Per una mamma, è difficile tornare al lavoro dopo la nascita del figlio, dovendo pagare una tata piuttosto che un asilo (laddove non rientri in una struttura comunale).
Ecco, non esistono molti asili aziendali che potrebbero favorire la mamma nel rientro al lavoro e nel trovare una socialità che a un certo punto naturalmente subentra: sei madre, ma sei anche donna e sei una persona, al di là di tutto, quindi hai bisogno di tutta una serie di cose intorno a te per stare bene (sic.).
- Ultima domanda: quali sono i vostri futuri obiettivi e avete già eventi simili in cantiere?
Questo [Sos neonati N.d.A.] è un progetto che dura da due anni e finirà a luglio c.a. Ci saranno dei piccoli eventi sempre legati all’idea di mettere insieme le persone. Quindi, può essere una merenda al parco con le mamme, il cinema e così via.
L’aspetto che più sentiamo come bisogno da parte delle mamme è di non isolarsi e di poter condividere.
Nel futuro non si sa, perché usufruiamo di finanziamenti pubblici e bisognerà capire [il da farsi N.d.A.].
Ora, la parola a due delle mamme presenti, le quali spiegano in prima persona la concretezza del loro ruolo.
Come siete venute a conoscenza di questo evento?
Il martedì frequento il gruppo di Galattica a Monterotondo Scalo e fra le mamme si è parlato di questo evento, hanno mandato la locandina sul gruppo Whatsapp. Quindi, ho colto l’occasione e sono venuta. | Tramite una mia amica che mi ha inoltrato la locandina su Whatsapp. Aveva fatto il corso preparto a Monterotondo e ha saputo dell’evento grazie a Dominga, una delle organizzatrici. |
Avete riscontrato qualche difficoltà o titubanza nel partecipare?
A livello pratico, solo perché l’ho saputo ieri pomeriggio. In realtà, all’inizio, l’informazione mi era arrivata per la domenica, Festa della Mamma, dunque sarebbe stato un po’ complicato organizzarmi. Ieri pomeriggio, invece, ho ricevuto la locandina e ho visto che l’evento sarebbe stato questa mattina. Ho cercato di organizzarmi all’ultimo minuto: la mattina è un’incognita per quanto riguarda lei [mia figlia N.d.A.] perché fino a un certo orario dorme; devo dire che ha fatto il riposino qui, durante il film, ed è stata tranquilla e serena e, quindi, è stata una bella esperienza. | Non ho avuto titubanze, bensì le solite difficoltà per prepararsi e uscire per tempo con un neonato, ma è andato tutto liscio. |
Quali erano le vostre aspettative per oggi? Sono state rispettate?
Sì, sono state rispettate. L’aspettativa era quella di incontrare altre mamme e altri bambini, oltre che avere informazioni su iniziative svolte sul territorio; è vero che sul web queste info girano, ma non sempre si riesce a starci dietro soprattutto con un bambino piccolo. Sapere che esistono tante altre iniziative a cui poter partecipare è molto utile. | Sì, sono state rispettate; anzi, secondo me, anche superate perché pensavo che i bambini sarebbero stati più agitati. Invece, sono stati tutti molto buoni e molto silenziosi, e, quindi, siamo riusciti a seguire bene il film. |
Com’è cambiata la vostra vita (pratica e soprattutto sociale) ora che siete mamme?
È stata stravolta. A livello pratico, il fatto di non dormire, almeno i primi mesi, è stata la parte più difficile, per quanto mi riguarda. Avere sempre qualcuno al mio fianco mentre faccio qualcosa e dover “dipendere” da mia figlia è stato un grande cambiamento, bello, ma, per certi aspetti, sono venute meno quelle che sono le mie libertà personali di fare anche piccole cose, per esempio andare a fare le unghie. A livello sociale, con lei faccio tante cose e vado ovunque: sono abbastanza fortunata perché è molto tranquilla; Però, riguardo al frequentare il cinema, non avevo nemmeno pensato di andarci o portarla con me, presupponendo una situazione difficoltosa. Invece, devo dire, sto prendendo in considerazione gli spettacoli mattutini, per partecipare anche con il papà. | Dal punto di vista pratico, avere un neonato a casa che richiede ventiquattro ore al giorno le tue attenzioni, permette di fare tante meno cose, anche riguardo la gestione della casa: bisogna lasciarne correre molti aspetti. Per quanto riguarda la vita sociale, col mio compagno cerchiamo di incontrare gli amici, non privandoci delle uscite, seppur non come prima e sempre assecondando i suoi orari, ovviamente [del bambino N.d.A.] – che esce con voi Sì, certo. Viene sempre con noi, non lo abbiamo mai lasciato. |
Che tipo di eventi, o cambiamenti generali, si devono avere per una maggiore inclusione alla vita quotidiana delle neomamme? Di cosa avete bisogno da parte della comunità?
Allora, quando diventi mamma, se non hai una rete di appoggio che ti stia accanto tutto il giorno, e non è il mio caso (ho delle persone che mi aiutano, ma, allo stesso tempo, lavorano e hanno i loro impegni), un semplice incontro settimanale con altre mamme e, per i bambini, con altri bambini, è molto importante. Avere dei consigli lo è altrettanto: noi stiamo per iniziare lo svezzamento e sapere che esistono dei corsi, per esempio, per la disostruzione pediatrica, sono utili e fondamentali, facendo sentire le mamme un po’ meno sole a livello sociale. | Da quello che sto vedendo, mi sembra inclusivo ciò che la comunità sta proponendo. Per quanto riguarda l’evento del cinema, non avrei mai pensato di poterci andare con lui: l’ultima volta ci sono andata quando ero ancora incinta. Sarebbe carino un concerto perché mi manca andarci; so che si stanno organizzando delle passeggiate all’aperto. Sì, se dovessi proporre un’attività, indicherei un concerto o uno spettacolo teatrale; magari, riguardo al teatro, stando gli attori fisicamente in scena, sarebbe un po’ più complicato portare i bambini, ma ci si può provare. |
Partecipereste a un eventuale secondo evento di questo tipo?
Sisi! | Sicuramente parteciperò. |
In conclusione, si evince la volontà delle madri di oggi di tornare ad essere donne e indipendenti, anche a poca distanza dalla nascita dei loro figli, senza rinnegare la figura di genitore ed educatore, e senza rinunciare alla realizzazione personale.
La comunità locale può essere di grande aiuto in questo, continuando a proporre iniziative inclusive per tutto il nucleo familiare, estendendo il più possibile i propri orizzonti e i propri ambiti. Si pensi, ad esempio, alla diffusione di caffetterie, biblioteche e altri spazi pubblici con aree pensate per i più piccoli.
Inoltre, il mondo del lavoro e scolastico per le madri studentesse, può fare molto di più: garantire strutture che mettano a disposizione spazi protetti per genitori e figli e finalmente permettere ai primi di non dover scegliere fra loro stessi e i loro bambini (senza dimenticare la circolarità di questi aspetti sociali: cultura e lavoro generano profitto intellettuale e materiale per le prossime generazioni, nel singolo nucleo e nella collettività tutta).
Una madre soddisfatta della propria vita permette, infatti, un sano rapporto con i figli, favorendo il migliorarsi reciproco e rendendo questi ultimi, a loro volta, autonomi e appagati, anche e soprattutto nel corso della loro vita futura.
Alice Cuturello