Intervista a Wladyslaw Szpilman
Scritto da FrammaRadioWeb il Settembre 30, 2024
A: La musica come ha influenzato la tua vita?
Wladyslaw Szpilman: La musica è stata la linfa vitale della mia esistenza, fin da giovane, il pianoforte è stato il mio rifugio e il mio mezzo di espressione. Durante l’occupazione tedesca, la musica mi ha dato speranza e forza per andare avanti, nonostante le atrocità che mi circondavano. Suonare il pianoforte mi ha permesso di mantenere un legame con la mia umanità e di trovare momenti di pace anche in mezzo alla distruzione e alla disperazione. La musica è stata la mia salvezza, la mia identità e il mio modo di resistere.
A: Cosa hai provato durante la liberazione della Germania? Hai avuto paura?
Wladyslaw Szpilman: Durante la liberazione, ho provato sollievo e speranza, ma anche tristezza per le vite perdute, inclusa quella della mia famiglia. Nascondendomi in una soffitta, ero sempre impaurito e malnutrito, temendo di essere scoperto. Nonostante la paura costante, l’idea di un futuro libero dalla tirannia mi ha dato speranza.
A: Cosa hai fatto finita la guerra?
Wladyslaw Szpilman: Dopo la guerra, ho ripreso a suonare il pianoforte e ho continuato la mia carriera musicale. Sono tornato a lavorare alla Radio Polacca, dove avevo lavorato prima della guerra. Ho cercato di ricostruire la mia vita e di onorare la memoria di coloro che avevo perso attraverso la mia musica.
Trama
“Il pianista” è l’autobiografia di Władysław Szpilman, un talentuoso pianista ebreo-polacco, scritta nel 1945 e pubblicata l’anno dopo. La sua vita cambia drammaticamente con l’invasione nazista della Polonia nel 1939. Szpilman e la sua famiglia vengono confinati nel ghetto di Varsavia, dove assistono a orrori indicibili. Riesce a sfuggire alla deportazione e sopravvive nascosto tra le rovine di Varsavia, grazie all’aiuto di amici e di un ufficiale tedesco, Wilm Hosenfeld. Dopo la guerra, Szpilman riprende la sua carriera musicale, diventando una figura prominente nella scena musicale polacca. Il libro è una testimonianza struggente della resistenza umana e dell’importanza della musica per la sopravvivenza.