BRADO E L’UNIVERSALITÀ DELL’ESSERE FIGLI
Scritto da Irene Raponi il Dicembre 5, 2022
Per la nona serata del Monterotondo Film Festival Kim Rossi Stuart presenta il suo nuovo film “Brado”.
Non è bastata una tracheite a fermare Kim Rossi Stuart dal presentare il suo terzo film da regista, “Brado”. Anche se non presente in sala, il regista ha partecipato alla serata con un breve intervento in videochiamata per raccontare ad un gremito CineMancini il suo nuovo film. In conversazione con il direttore artistico Franco Montini, Kim Rossi Stuart ha parlato della sua esperienza di regista e scrittore e di cosa lo ha spinto a raccontare questa storia. “Brado” segue il giovane protagonista Tommaso, interpretato da Saul Nanni, che vive una relazione sofferta con suo padre Renato, interpretato dallo stesso Kim Rossi Stuart. I due si ritrovano a dover lavorare insieme per mandare avanti il ranch di famiglia e per domare un cavallo, occasione che gli offre la possibilità di ricucire la loro relazione tra ostacoli e difficoltà.
Questa non è la prima volta che Kim Rossi Stuart parla di genitori e figli in una sua pellicola, ma anzi è un motivo ricorrente che fa sì che i suoi film sembrino quasi una trilogia. Anche se “Brado” non è esattamente un sequel dei suoi lavori precedenti, il regista ha spiegato a Montini e al pubblico: “Non posso non prendere coscienza del fatto che in questi primi tre film ho cercato di andare più a fondo possibile in quelle che sembrano le tematiche per eccellenza di ogni essere umano. Siamo tutti figli di qualcuno anche nella sua assenza”.
“Anche libero va bene”, il primo film da regista raccontava la storia di un ragazzo costretto a vivere un rapporto difficile e complicato con i suoi genitori e “Tommaso”, il suo secondo film, si concentrava invece sulla figura materna. Con “Brado” è la figura paterna ad essere al centro, ma la storia di questo film è anche figlia dei due precedenti senza alcun dubbio. Sorridendo, Kim Rossi Stuart ha spiegato che gli viene spesso chiesto se i suoi film abbiano degli elementi autobiografici:
“Parto sempre da qualcosa di terribilmente intimo e radicato in me, qualcosa di fortissimo della mia vita ma è solo il nucleo di partenza. Poi appoggiandomi a un’ambientazione familiare vado a costruire un telaio che nulla aveva a che fare con la mia vita. Voglio condividere quello che mi appartiene in quanto essere umano con il desiderio di rendere questa materia il più universale possibile”.
Kim Rossi Stuart si è sperimentato anche come scrittore e “Brado” è tratto proprio da un suo racconto. “Mi sono lanciato in questa impresa perché avevo piacere di sperimentare una scrittura libera, abituato a scrivere per il cinema dove si scrive solo qualcosa che si sa sia realizzabile. Non mi definisco uno scrittore”, ha spiegato, aggiungendo che anche se ha potuto provare la libertà di scrivere qualcosa svincolato dal cinema, allo stesso tempo sapeva che stava scrivendo cose che sarebbero potute diventare dei film un giorno.
Il regista non era in sala ma tra il pubblico la FrammaRadioWeb ha intercettato l’attore Claudio Camilli, grande fan del lavoro di Kim Rossi Stuart. Parlando di lui, ha definito i suoi lavori sempre una garanzia, riconoscendolo come un attore che è cresciuto tanto e che risulta sempre credibilissimo: “E’ uno di quegli attori che può fare tutto, pochi sono versatili come lui”, ha raccontato ai nostri microfoni. Proprio come Camilli anche il pubblico in sala ha apprezzato moltissimo “Brado”, dimostrando evidentemente che Kim Rossi Stuart è riuscito nel suo intento di creare una storia universale capace di parlare a tutti.
Di Irene Raponi
Intervista di Davide Formato
A cura della Redazione