L’ombra di Caravaggio, un’indagine biografica alla scoperta di Michelangelo Merisi
Scritto da Christian Daniel Imolesi il Novembre 19, 2022
Sold out al Monterotondo Film Festival per Michele Placido con “L’ombra di Caravaggio” che sul grande schermo ci regala la storia dell’uomo che si cela dietro ai suoi capolavori
A fare da protagonista al settimo incontro al Monterotondo Film Festival è stata un’altra grande figura artistica: se con il film “Dante” siamo entrati nella storia del poeta toscano, “L’ombra di Caravaggio” ci ha fatto addentrare nella vita del pittore Michelangelo Merisi, più noto come Caravaggio. Il regista Michele Placido ci ha magistralmente raccontato la storia di Michelangelo in quanto uomo, più che dell’artista Caravaggio, portandoci dietro le quinte delle sue opere.
La narrazione è ambientata negli ultimi anni di vita del pittore, interpretato da Riccardo Scamarcio, ormai rifugiatosi a Napoli dopo un’accusa di omicidio da parte dello stato pontificio. L’ombra del Caravaggio, interpretata dall’attore francese Louis Garrel, ripercorrerà la vita del pittore attraverso una vera e propria indagine volta a raccogliere le testimonianze delle figure che ne hanno accompagnato l’esistenza, mettendo in luce la sua filosofia creativa, parte integrante del suo fascino. Da questo percorso emerge la sua identità: Michelangelo Merisi era un uomo che “amava dipingere il vero: i dolori dell’umanità, i miserabili” fonti d’ispirazione per i suoi quadri, motivo per cui spesso e volentieri i modelli che utilizzava erano prostitute, malfattori e persone delle classi sociali più povere. Proprio questo suo approccio era una lama a doppio taglio: se da una parte lo eleva come artista, rendendolo unico, dall’altra la chiesa lo condannava per immoralità, nonostante si avvalesse della sua solida conoscenza dei testi sacri, rifacendosi proprio ad una sua interpretazione di questi.
L’idea del film nasce diversi anni fa quando, studiando per la sua carriera attoriale, Michele Placido scopre le opere di Caravaggio, alle quali si appassiona approfondendo la sua storia da autodidatta. Fondamentale alla realizzazione del lungometraggio è sicuramente lo sceneggiatore Sandro Petraglia che propone di raccontare la storia dell’artista attraverso un’inchiesta. Trova terreno fertile per la realizzazione del girato nel 2020 con una collaborazione tra Italia e Francia, sia come produzione che come cast. “L’ombra di Caravaggio” è approdato sul grande schermo in Italia il 3 novembre 2022, mentre in Francia la sua uscita è prevista per Natale.
Durante l’incontro con il folto pubblico il regista confida che non sono mancate le problematiche nella registrazione: i rapporti con la curia romana sono stati complessi, contrariamente a quanto riscontrato con quella napoletana. La produzione ha optato per una ricostruzione ad hoc delle opere realizzata da specialisti, che hanno eseguito un lavoro eccelso nei dettagli. Altrettanto fedele è la ricostruzione del percorso creativo del pittore nella realizzazione dei quadri; Placido infatti afferma come trovi una somiglianza tra quella che era la preparazione dei suoi quadri e la messa in scena teatrale, quasi come se volesse ritrarre l’interpretazione.
Importante per Michele Placido anche la preparazione degli attori, di cui egli stesso si è occupato, facendo scoprire ai protagonisti i dettagli più nascosti dei loro ruoli tramite un lavoro di ricerca sul personaggio. Tale processo ha inizio dai costumi e da un intenso studio e immedesimazione nei personaggi e si conclude con un vero e proprio intreccio con essi.
Michele, non solo Placido: durante la proiezione è possibile sentire spesso che Caravaggio viene chiamato con il nome di Michele anziché Michelangelo. Non a caso, lo stesso regista afferma di rivedere molto della sua persona nel personaggio di Michelangelo Merisi, nonostante nel film interpreti il ruolo di cardinale per volontà della produzione francese. Infine ci svela come quella per Caravaggio sia anche una vera e propria ammirazione e di come questo film rappresenti una parte di sé.
Di Christian Daniel Imolesi
A cura della Redazione